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Dialetti Architettonici: IL PALAZZO IDEALE DI FERDINAND CHEVAL – di Carlo Gibiino

“Rubrica con esempi di architetture auto progettate ed auto costruite nel mondo, architetture particolari, spesso intrisi di arcaismi linguistici, un linguaggio territoriale e locale che spesso molti banalizzano.”

Ferdinand Cheval nacque nel 1836, nel comune francese di Charmes-sur-l’Herbasse, nel dipartimento della Drôme. Cheval lasciò la scuola quando compì 13 anni, per diventare apprendista fornaio, ma alla fine divenne un postino. Sebbene non sembri essere, in alcun modo, un uomo straordinario, è diventato il creatore di uno dei monumenti culturali della Francia.

Il “Palais Ideal” venne da lui in sogno, come riferì nel 1879. Secondo i suoi scritti, fece un sogno in cui stava costruendo il castello ideale ma decise di non condividere il suo sogno con nessuno, perché aveva paura di essere deriso. Quindici anni dopo aveva quasi dimenticato il suo sogno finché un giorno, mentre camminava, inciampò e quasi cadde. Quando si voltò per vedere in che cosa inciampò, trovò una pietra dalla forma strana. Decise di metterla in tasca. Il giorno dopo, tornato nello stesso posto trovò altre pietre, che raccolse e conservò. Descrisse le pietre come fatte di arenaria, modellate dall’acqua e indurite dal passare del tempo. Cheval era così impressionato dalla “scultura” di madre natura che credeva che nessun uomo potesse mai riprodurla, decidendo che, se la natura fosse lo scultore, allora lui sarebbe stato il muratore e l’architetto.

Cheval trasportò le sue pietre in un sito ad Hauterives tutti i giorni dopo il lavoro per 33 anni, e così iniziò l’ambizioso progetto completato senza aiuti esterni. Lavorava fino a notte fonda, sotto la luce di una lampada ad olio, ma ciò non lo distolse dalla sua missione.

Cheval voleva essere seppellito nella sua creazione, ma la legge francese lo proibì, cosa che lo spinse a passare gli otto anni successivi a costruire un mausoleo per seppellirsi dentro, nei cimiteri di Hauterives. Un anno dopo aver completato il suo mausoleo, il 19 agosto 1924, morì. Attualmente è sepolto nella sua creazione.

Prima della sua morte, Cheval è stato anche riconosciuto da artisti contemporanei come lo scrittore e poeta francese André Breton e il pittore e scultore spagnolo Pablo Picasso.

Oggi, il “Palais Ideal” è attualmente considerato uno dei più straordinari esempi di architettura artistica naif. Il Ministro della Cultura, Andre Malraux, ha dichiarato il Palazzo monumento nazionale culturale nel 1969. In seguito con un decreto del 12 Settembre 1975, venne dichiarato simbolo culturale e patrimonio da tutelare. Nel 1994 il comune di Hauterives acquista il palazzo, visitato ogni anno da migliaia di turisti.

One thought on “Dialetti Architettonici: IL PALAZZO IDEALE DI FERDINAND CHEVAL – di Carlo Gibiino”

  1. Io ci sono stato; secondo me é un monumento impprtante per l’unanimità perché testimonia come le idee più assurde possano trasformarsi in realtà

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