In collaborazione con Microsoft Research, l’artista Jenny Sabin ha progettato l’installazione “Ada” per il campus tecnologico di Redmond a Washington. L’opera prende il nome da Ada Lovelace, la matematica inglese che viene spesso accreditata come uno dei primi programmatori di computer. Il padiglione architettonico incorpora l’uso dell’IA per creare un’esperienza totalmente immersiva che trasforma i dati personali in luce e colori.

Design: Jenny Sabin studio
Nome del progetto: Ada
Luogo: Microsoft Redmond, Washington campus, USA
Fotografie: Jake Knapp

Ada si basa su 13 anni di lavoro in collaborazione architettura e scienza. Abbracciando l’IA, il progetto indaga su come espressioni ed emozioni nascoste nell’ambiente costruito possano essere rivelate attraverso l’uso della tecnologia. L’artista ha formato una struttura leggera formata da componenti tubolari e cellulari reattivi e basati sui dati che impiega tessuti e fibre foto-luminescenti per assorbire, raccogliere ed emettere luce.

La struttura reagisce e cambia alle diverse espressioni facciali e al tono della voce delle persone. Immergendo i visitatori in un bagliore reattivo e interattivo di fotoluminescenza, Ada è stata creata come un’architettura che è “felice di vederti” e “ti sorride”.

Per raccogliere i dati personali, è stata inserita una rete di sensori e telecamere in tutto l’edificio di Microsoft. Questi lavorano per offrire opportunità a visitatori e partecipanti di impegnarsi, interagire e guidare il progetto. I dati includono modelli facciali, toni della voce e suono che vengono elaborati dagli algoritmi ai e correlati al sentimento.

La struttura esterna del guscio è assemblata da una rete di compressione di 895 nodi stampati in 3D e aste in fibra di vetro che mantengono la forma di Ada in continua tensione. Tre scale di illuminazione reattiva e graduale, tra cui una rete di LED indirizzabili, un cono centrale personalizzato in fibra ottica e cinque luci par esterne rispondono in tempo reale a flussi continui di dati.
