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Parigi: sculture viventi al Centre Pompidou indagano sulla vita nell’era digitale

Il famoso Centre Pompidou di Parigi ha aperto le sue porte a due sculture viventi, incarnando le future forme di intelligenza spaziale. La mostra, intitolata “La Fabrique du vivant”, sarà caratterizzata da “H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g “di ecoLogicStudio in collaborazione con l’Università di Innsbruck – Synthetic Landscape Lab, CREATE Group / WASP Hub Denmark – University of Southern Denmark, e” XenoDerma “di Urban Morphogenesis Lab diretto da Claudia Pasquero presso The Bartlett UCL.

H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g © NAARO

Dal 20 febbraio al 15 aprile, la mostra esaminerà la nozione di “vivere” in un’era digitale, in cui emergono nuove interazioni tra i campi delle scienze della vita, delle neuroscienze e della biologia sintetica. Consentendo l’intero paesaggio urbano, questo apparato digitale globale “comprende la miniaturizzazione, la distribuzione e l’intelligenza delle reti urbane di complessità umana, generando processi evolutivi di vita sintetica sulla Terra”.

H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g © NAARO

Per la mostra, i fondatori di ecoLogicStudio Claudia Pasquero e Marco Poletto hanno creato “in-human gardens”, due sculture viventi stampate in 3D ricettiva alla vita umana e non umana. Con un design che incorpora organismi viventi, entrambe le strutture contengono colonie di cianobatteri fotosintetici.

Il H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g è stato progettato da ecoLogicStudio in collaborazione con l’Università di Innsbruck – Synthetic Landscape Lab, CREATE Group / WASP Hub Denmark – University of Southern Denmark. Nell’installazione, un algoritmo digitale simula la crescita del substrato ispirato alla morfologia del corallo, che viene depositato digitalmente dalle macchine da stampa 3D. I batteri fotosintetici sono inoculati su un supporto bio-gel in unità triangolari (o “bio-pixel”), disposti in modo da formare blocchi esagonali di 18,5 cm.

H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g © NAARO
H.O.R.T.U.S. XL Astaxanthin.g © NAARO

La seconda struttura della mostra, XenoDerma, è stata progettata da Urban Morphogenesis Lab. La “morfogenesi della ragnatela” è intrecciata con un’impalcatura spaziale artificiale progettata utilizzando algoritmi e tecnologia di stampa 3D. Lo schema è ispirato dalla relazione tra la mente interna di un ragno e il pensiero spaziale che esercitano nella creazione di una rete. Il loro comportamento è riprogrammato in XenoDerma attraverso una sottostruttura stampata in 3D “che rivela la bellezza aliena delle sue morfologie setose, un’intelligenza che risiede da qualche parte nell’intersezione dei regni biologico, tecnologico e digitale”.

XenoDerma ©NAARO
XenoDerma ©Urban Morphogenesis Lab The Bartlett UCL

I metabolismi ospitati dalla struttura sono alimentati dalla fotosintesi, convertendo la radiazione in ossigeno e biomassa. La densità dei batteri su ciascun bio-pixel è stata calcolata digitalmente per garantire che gli organismi siano posizionati in aree di maggiore radiazione in arrivo. Secondo il team, “l’esclusiva intelligenza biologica dei cianobatteri è raccolta come parte di una nuova forma di architettura bio-digitale”. Insieme alla sua mostra al Pompidou, la struttura sarà esposta al MAK – Museum of Applied Arts di Vienna in primavera 2019.

XenoDerma ©Urban Morphogenesis Lab The Bartlett UCL
XenoDerma ©Urban Morphogenesis Lab The Bartlett UCL

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