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Corea del Sud: una installazione mette in luce la relazione fra transizione e stasi

Architecture of Autonomy un gruppo di artisti berlinesi e lo studio di architettura Moon Hoon di Seoul hanno lavorato insieme per creare l’installazione chiamata View Folly. L’installazione definisce una superficie esterna e uno spazio interno. Questi i temi affrontati nell’istallazione, la relazione tra architettura e spazio abitato, transizione e stasi.


Architetti: Moon Hoon

Luogo: Dong-gu, Kwangju, Corea del Sud

Nome: Gwang-ju View Folly

Area: 955 mq

Anno: 2019

Fotografie: Kim Chang Mook


La superficie esterna e lo spazio interno sono stati trattati in maniera indipendente e collegati in modo approssimativo. Non sono organicamente connessi, ma formano piuttosto una sorta di alleanza strategica o simbiotica, i cui membri cooperano solo in modo contingente nel quadro di una sottoscrizione negoziata con precisione, perseguendo in tal modo i propri obiettivi.

Di conseguenza, c’è una netta separazione tra responsabilità concettuali e progettuali tra le realtà. Il guscio esterno rende oggettivo e concretizza lo spazio interno, conferendogli un’identità visiva riconoscibile da lontano. Viceversa, lo spazio “reale” inizialmente invisibile sulla superficie del tetto posteriore adiacente integra l’esperienza dei visitatori con l’installazione di Architecture of Autonomy.

La transizione dal livello esterno come “attrazione superficiale”, e il “livello usabile” interno, rappresenta la componente principale dell’esperienza generale, le funzioni e i significati inizialmente percepiti dei singoli componenti si spostano e, a un’ispezione più ravvicinata, iniziano a sfumare.

L’installazione che, da lontano, sembra essere l’obiettivo, ad uno sguardo più ravvicinato si trasforma in una sorta di componente o passaggio provvisorio.

Ad esempio, il “cambiamento” dovrebbe condurre all’uguaglianza e all’eliminazione delle differenze di classi, caste e nazioni, ma proprio l’idea del “cambiamento” divide la società e crea differenze.

C’è chi considera il cambiamento di vitale importanza e chi lo spaventa. Molti vogliono un cambiamento radicale nel sistema politico e nella totalità del suo pensiero, ma perseguono l’obiettivo di lasciare la società invariata, seguendo il ragionamento che continuare l’attuale processo di cambiamento porterà altrimenti ad uno stato stazionario definitivo, uno stato in cui niente più può essere cambiato.

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