Architettura e design Home

Indonesia: un progetto di rigenerazione trasforma una fabbrica di zucchero abbandonata in centro culturale

Fondato nel 1861 durante l’era coloniale olandese a Surakarta, Java centrale, Indonesia (ex Dutch Hindi Orientale), De Tjolomadoe (The Colomadu) è la prima fabbrica di zucchero in Indonesia. Situata all’interno della reggenza del palazzo De Tjolomadoe, è circondato da campi di canna da zucchero. Dopo varie politiche governative, i campi di canna da zucchero sono andati lentamente scomparendo e nel 1997 la produzione è stata interrotta per bancarotta. Per diversi anni, la location è stata utilizzata come luogo di ritrovo per artisti locali, artigiani, poeti e attivisti per la comunicazione e la realizzazione di festival, mostre e spettacoli.


Architetti Airmas Asri

Luogo Java centrale, Indonesia

Area 13.600 m2

Anno 2016

Fotografie Mario Wibowo


Nel 2016, un progetto Statale di ristrutturazione ha iniziato a verificare lo stato dei beni immobili, tra cui il Colomadu. Dal momento che i campi di canna da zucchero non circondano più la zona, non è possibile riattivare la fabbrica, pertanto, è stato deciso di avviare un programma di rigenerazione in modo tale da rendere il complesso edilizio nuovamente attivo.

Il sito era già stato soggetto a numerose critiche e reazioni pubbliche a causa dello stato di abbandono nel quale si trovava ed anche perché costituisce un importante valore culturale e storico essendo una delle prime fabbriche di zucchero sin dall’era coloniale. Sono stati organizzati frequenti eventi artistici da parte di organizzazioni non governative e artisti locali, attirando l’attenzione e gli interessi dell’opinione pubblica e allo stesso tempo dando una nuova vocazione alla struttura.

Il progetto di rigenerazione ha così permesso all’edificio una nuova vita, attraverso il giusto compromesso tra conservazione dell’esistente e nuova edificazione, in maniera non invadente, per far sì che la fabbrica abbracci la sua nuova funzione.

Il nuovo progetto, che ha previsto la riconversione del sito in centro culturale ed artistico, ha dovuto soddisfare diverse esigenze essendo allo stesso tempo edificio storico e pubblico. Le procedure di pianificazione, identificazione, ricerca di documenti storici e valutazioni strutturali, come fase preliminare alla progettazione, hanno richiesto circa 6 mesi.

Purtroppo molti degli strumenti tecnologici presenti all’interno dell’edificio e risalenti all’era del vapore, non hanno potuto essere recuperati a causa della grave corrosione metallica, sono quindi stati rimossi e rottamati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *