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16 – Architettura e moda – cultura e ambiente costruito – di Carlo Gibiino

Differenti persone in tutto il mondo con culture diverse, sono per ovvie ragioni, differenti, ma hanno molte cose in comune. I bisogni di base delle persone nelle diverse società con culture diverse sono gli stessi, come ad esempio trovare un partner, raggiungere obiettivi e svolgere le funzioni di base della vita. Le culture sono le soluzioni per soddisfare queste esigenze nel modo più vantaggioso. La cultura è il modo di comprendere la relazione che l’uomo ha di una società con il suo ambiente costruito. La cultura alimenta la visione e le percezioni del mondo di una società e influenza il modo in cui la società immagina e organizza l’ambiente fisico in cui vive. Pertanto, cultura e ambienti costruiti strettamente collegati.

Palazzo dei dogi, Venezia, 1424

Gli ambienti costruiti sono definiti come organizzazioni di spazio, tempo, significato e comunicazione. L’uso e l’organizzazione di un ambiente fisico in una società e in una cultura sono normalmente basati su valori, norme e significati condivisi. Un gruppo culturale può usare l’ambiente fisico per esprimere alcuni aspetti relativi a questi schemi culturali. Una di queste espressioni è il modo in cui un ambiente costruito riflette l’identità culturale di un gruppo. Posizionare l’identità in relazione a una singola persona può quindi essere descritta come una complessa relazione psicologica che la persona sviluppa con un particolare ambiente fisico. Lo spazio fisico riflette alcuni aspetti interiori della persona.

Le persone che appartengono ad una specifica società di solito sono legate alle tradizioni e questa è la ragione per cui è difficile per loro accettare nuove norme. Le scoperte scientifiche, le invenzioni tecnologiche e i disegni artistici sono sempre integrati in un contesto culturale. Gli artisti hanno sempre utilizzato i concetti e i principi del design nei loro specifici campi e ne hanno tratto i massimi benefici al fine di progettare nel modo migliore per la società. Tali teorie lungimiranti aspirano a spingere i limiti della coscienza e dell’immaginazione umana come parte del processo creativo in corso di costruzione della cultura e della società.

La moda è sempre stata, dal momento della formazione delle comunità fino ad oggi, un aspetto importante della cultura. Le prime riviste di moda della fine del diciottesimo e diciannovesimo secolo in particolare, così come il primo libro di teoria dei costumi della seconda metà del diciottesimo secolo, vedevano la moda come parte della cultura, insieme a interior design, letteratura e architettura. A metà del diciannovesimo secolo, la moda ha incontrato la produzione di massa ed è diventata parte dell’industrializzazione e la sua qualità creativa è stata costretta ad adottare uno status elitario.

E’ anche abbastanza evidente come la cultura sia in qualche modo la forza trainante del processo compositivo in architettura. La vita e le attività quotidiane delle persone e il loro uso dell’ambiente fisico sono fortemente influenzati dalla loro cultura nella società. In molte città tradizionali del Medio Oriente, ad esempio, basate su background di tipo culturale e religioso, l’architettura e la moda sono state influenzate dai principi religiosi islamici.

Abito Mashrabiya disegnato da Wadha Al Hajri in Vogue Fashion Dubai Experience al Dubai Mall (Tang, 2013)

La Mashrabiya (la tradizionale finestra araba orientale che funziona come elemento architettonico ambientale), ad esempio, è entrata nel campo della moda attraverso uno dei nuovi approcci del movimento di restauro del patrimonio. Questo approccio ha presentato sfilate di moda uniche e design di gioielli senza pari, mentre ha reso la Mashrabiya un nome popolare in un ambiente non architettonico. Inoltre, altri progetti lo hanno affrontato usando un nuovo nome come “pannelli geometrici”, la moda ha mantenuto l’autenticità del nome e il suo orientalismo.

Braccialetto Mashrabiya, prodotto da Mario Uboldi Jewellery Art (2016) (Fonti: Braccialetto: Mario Uboldi Company, 2016 – Schermo Mashrabiya: Coffey, 2009)

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