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Nuova Zelanda: un rifugio integrato con l’ambiente circostante che resiste ad escursioni termiche di 50 °C

L’architettura trae ispirazione dalla maestosa imponenza del paesaggio circostante e dalla morena (una particolare forma di accumulo di sedimenti), che attraversa la valle, formatasi del ritiro glaciale 10.000 anni fa.


Architetti: Architecture Workshop

Luogo: Nuova Zelanda

Nome: Lindis Lodge

Superficie: 670 mq

Anno di progetto: 2018

Fotografie: Patrick Reynolds


La strategia è stata quella di adagiare l’edificio al terreno per renderlo un attributo del paesaggio locale.  L’edificio costituisce effettivamente una nuova topografia, che aggiunge un’ulteriore piega all’interno della continuità della morena glaciale esistente.

Nella Lindis Lodge l’esperienza del visitatore è racchiusa tra elementi leggeri e pesanti, scavata e incastonata nella morena, sotto intimi soffitti neri bassi e la luce che filtra attraverso il legno, scolpendo, di fatto, una nuova e pittoresca topografia. Qui la fragilità e l’esposizione della figura umana solitaria all’interno di tale vastità fisica e temporale sono a loro volta protette dal tetto avvolgente.

Il sito è esposto a un clima estremo che va dai +35 °C più in estate ai -16 °C in inverno con venti forti e regolari. L’edificio è dotato di un sistema di riscaldamento radiante a pavimento. L’acqua calda sanitaria è fornita da un sistema di pompa di calore geotermica.

L’acqua potabile viene filtrata dal sistema di raccolta dell’acqua piovana e i sistemi di acque nere e grigie scaricano nell’impianto di trattamento delle acque reflue biodegradabile in loco. L’ampio tetto sporgente incorpora una membrana ermetica all’interno dello strato di isolamento.

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