L’idea dell’eterna ricorrenza è misteriosa e con essa Nietzsche ha perplesso tutti gli altri filosofi. “Pensare che una volta tutto deve essere ripetuto come l’abbiamo già sperimentato, e che anche quella ripetizione deve essere ripetuta all’infinito.”
Architetti: Miguel Ortego
Luogo: San Gregorio, Santa Fe, Argentina
Nome: The Weight of the Void
Anno di progetto: 2018
Fotografie: per gentile concessione di Miguel Ortego
Si tratta di un piccolissimo intervento all’ingresso di Casa Velatoria, con l’obiettivo di generare una corte, che oltre ad essere uno spazio di transizione, costituisce un luogo di riflessione a contatto con il cielo. Uno spazio che offre un certo grado di intimità rispetto alla strada e con l’intenzione che chiunque lo attraversi indirizzi il proprio sguardo verso l’alto quasi inevitabilmente, come quando si entra in una chiesa. In questo caso al posto di affreschi e cupole si nota l’assenza, il vuoto.
L’obiettivo del lavoro è stato basato sulla rappresentazione del vuoto, con l’obiettivo di dargli forse quello che più gli manca, il peso. Il vuoto non ha peso, ma ha volume. La scatola vuota, fuori fase e con la sua struttura di supporto nascosta, sembra essere semplicemente supportata, complicando la lettura della sua stabilità.
Quel guscio come materiale visibile dà forma all’invisibile. Contiene ciò che non è visto, l’essenziale, o forse in senso inverso, il vuoto come materia prima genera lo spazio e gli dà forma simultaneamente. La vita finita, sotto l’instabile; poi il monotono, il silenzio, l’assenza e il cielo come protagonista. Ciò che è pesante è la luce, ciò che è chiuso è aperto, ciò che è liscio è ruvido, il solido, il vuoto; ciò che è presente è assente.