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Orange Fiber, vestirsi con gli scarti delle arance. Questa l’idea di due imprenditrici Siciliane

Possiamo confermare che anche il settore dell’abbigliamento, dopo quello della carta, utilizza gli scarti agroalimentari. Questa è la brillante idea di Adriana Santanocito, una ragazza catanese di 35 anni ed Enrica Arena 28. Il tessuto ricavato dalle arance grazie alle nanotecnologie con cui realizzare abiti vitaminici, rilasciano sulla pelle i loro principi attivi. Questa è stata un’originale  idea che ha vinto prima un premio dalla provincia di Milano, poi l’arrivo in finale alla business plan competition ‘Start Cup Lombardia’ ed infine le è stato assegnato anche il premio ‘Dall’idea all’impresa’ di Assolombarda. “Orange Fiber è la risposta ad un problema – afferma Adriana Santanocito – che da siciliana ho avvertito durante i miei anni di permanenza nella capitale della moda: la sofferenza del settore agrumicolo. Da qui ho iniziato a riflettere per individuare una soluzione valida”. Detto fatto. “L’idea tra origine dalla biomassa, arance e limoni – prosegue – presenti in grandi quantità da utilizzare per creare prodotti ecosostenibili, quali capi di abbigliamento in grado di rilasciare vitamine sulla pelle. Tramite nanotecnologie, infatti, l’olio essenziale di agrumi viene incapsulato e fissato sui tessuti. Da qui, ha inizio un processo di rottura delle microcapsule presenti nel tessuto, in modo automatico e graduale, che comporta il rilascio delle vitamine sulla pelle”. “Siamo in fase di brevettazione con il Politecnico di Milano: è in corso l’estrazione della cellulosa dalla biomassa in laboratorio. Il passaggio successivo è rappresentato dall’ingegnerizzazione, fase lavorativa intermedia che va dal laboratorio all’industria. Vogliamo arrivare alla trasformazione degli agrumi così da produrre materia prima, filato”– confessa entusiasta Adriana. “I benefici sono quelli di una crema cosmetica idratante che viene stesa sul corpo, con la differenza che non occorre massaggiare per farla assorbire! Provare per credere! In più, i capi che non hanno un contatto diretto con l’epidermide di chi li indossa, giocano il ruolo di repellente anti zanzare! La bontà del progetto è duplice: Orange Fiber permetterà di recuperare scarti, offrendo uno sbocco di mercato “alternativo” all’agricoltura e creare benefici per il consumatore finale”.
E mentre la Regione Siciliana resta a guardare, la regione Lombardia ha fornito diversi aiuti ed incentivi; la provincia di Milano le ha inserite in un programma di preincubazione d’impresa, affiancandole nella fase che va dall’idea alla creazione dei prototipi. Assolombarda permetterà quest’anno di realizzare la costituzione della società dedicandole una consulenza gratuita di un team di professionisti quali notaio e commercialista”.

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