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Pompei a pezzi – di Carlo Gibiino

L’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “…La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della nazione…”,codificando ad altissimo livello la protezione giuridica del Patrimonio  Culturale italiano.
Cosa si intende per Patrimonio Culturale?
Il Patrimonio Culturale è un insieme organico (di opere, monumenti, musei, case, paesaggi, città, costumi e tradizioni) strettamente legato al territorio che lo ha prodotto. Questo patrimonio, nel suo complesso, costituisce un elemento portante della società civile e della identità dell’Italia tutta. Rappresenta la ricchezza di – un paese, una città, una nazione, o qualunque settore giuridicamente circoscritto – o anche di un soggetto a cui il patrimonio fa capo ( un ente privato, un ente pubblico, un museo ecc.) sul piano culturale e su quello economico, restando destinato alla fruizione collettiva. In altri termini è un insieme di beni materiali e immateriali, la cui espressione immateriale (musei, opere d’arte, case, paesaggi) serve anche a richiamare la parte immateriale costituita dalla cultura, dalla lingua, dai modi di pensare comuni.
Ieri, nell’area archeologica di Pompei (Napoli) sono avvenuti altri due crolli. I cedimenti hanno riguardato il Tempio di Venere e un muro di una tomba della necropoli di Porta Nocera, probabilmente a causa delle forti piogge delle ultime ore.  Lo comunica la Soprintendenza per i beni archeologici, la muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata, l’area è adesso interdetta al pubblico. Si è verificato anche un crollo del muretto di una tomba della necropoli di Porta Nocera. Il muretto, alto circa 1,70 metri e della lunghezza di circa 3,50 metri, serviva da contenimento del terreno in cui erano state poste le sepolture ed era costruito contro-terra. Tutti gli accessi alla necropoli sono stati chiusi e gli scavi resteranno interdetti al pubblico fino al completamento delle verifiche del caso e al ripristino del muretto. n seguito ai crolli il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha convocato per martedì mattina una riunione operativa sul sito di Pompei. La riunione servirà ad avere un rapporto esatto sulle motivazioni dei crolli, a cominciare da quello di dicembre 2013, e a verificare l’efficacia degli interventi di ordinaria manutenzione e, complessivamente, a valutare lo stato di attuazione del Grande Progetto Pompei.  Alla riunione parteciperanno il soprintendente incaricato Massimo Osanna; il direttore generale delle antichità, Luigi Malnati; il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Giovanni Nistri.
L’Italia è un paese colmo di beni artistici e culturali da far invidia al pianeta, deteniamo ben il 5% dell’intero patrimonio mondiale ma non riusciamo a tutelarlo come si deve. I beni culturali devono essere riconosciuti, conservati e protetti, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili. Pertanto, la tutela oltre ad indicare l’interesse culturale del bene , il suo radicamento nel territorio storico, responsabilizza i soggetti proprietari e gestori indicando i valori da tutelare e propone un disciplinare per l’uso del bene personalizzato, mettendo al centro i beni culturali di un territorio, la loro identità, il loro rapporto con la gente, in una prospettiva di sviluppo. Così si connette dinamicamente con:
– la valorizzazione (l’attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e conservazione dei beni culturali e ambientali e ad incrementarne la fruizione
– la promozione (l’attività diretta a suscitare e a sostenere la valorizzazione dei beni).
– la gestione (l’attività che mediante l’organizzazione di risorse umane e materiali è diretta ad assicurare la fruizione dei beni culturali e paesaggistici, concorrendo alle finalità di perseguimento della tutela e valorizzazione).
Ci auguriamo che in futuro i nostri splendidi ed invidiati beni culturali, possano ritrovare la luce ardente del passato, ad essere resi nuovamente fruibili. Auspichiamo fortemente che i piani di tutela e valorizzazione, non restino meramente parole scritte che graffiano i fogli bianchi, ma che seguano azioni puntuali e determinate tese a perseguire fortemente gli obiettivi prefissati. Serve una strategia di sviluppo sostenibile capace di aprire prospettive di rinascita, in special modo per le aree più critiche, il quale richiede un impegno coerente e una visione olistica sull’intero territorio nazionale e quindi diretta: alle infrastrutture dei trasporti, delle comunicazioni, l’energia, l’acqua, i rifiuti, ai servizi, alle abitazioni,  all’industria, all’artigianato, all’agricoltura, alla difesa del suolo, al turismo, accettando così l’idea che la valorizzazione conservativa del patrimonio culturale, debba costituire l’opzione di base di una nuova strategia di sviluppo.
Carlo Gibiino

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