La fiducia espressa dai cittadini nei confronti delle istituzioni, nonché la partecipazione civica e politica, favoriscono la cooperazione e la coesione sociale e consentono una maggiore efficienza delle politiche pubbliche. Queste dimensioni sono direttamente correlate alla posizione (status) degli individui, ai legami interpersonali, nonché alle reti sociali e alle norme di reciprocità e fiducia che si formano a partire da questi legami. Inoltre il rapporto trasparente con le istituzioni pubbliche e private che operano in campo politico, economico e sociale, la loro efficienza e il livello di gradimento per il loro funzionamento rafforzano la fiducia istituzionale e interpersonale. Al contrario, una diffusa discrezionalità nelle regole, la scarsa trasparenza e la corruzione agiscono negativamente sulla fiducia nella possibilità di realizzare una società equa di cui tutti possano sentirsi cittadini a pieno titolo”. (fonte: ISTAT- l’importanza di efficienza e trasparenza- rapporto BES 2014).
Tutto questo si traduce ovviamente in un declino culturale, sociale e pedagogico, il popolo italiano è ormai abituato a sentir parlare di crolli, degrado urbano, discariche a cielo aperto, aree abbandonate e ovviamente corruzione, concussione, peculato e quant’altro, che non ci fa più caso, è diventata una situazione di normalità, a differenza dei paesi del Nord Europa in cui è viva la partecipazione pubblica ai problemi dell`urbanistica e all`integrazione dell`architettura con l`urbanistica stessa. Anni addietro conobbi un ragazzo spagnolo, io ero da poco laureato, dopo i primi convenevoli, arrivammo a toccare temi più complessi ed impegnativi, parlammo di architettura ed urbanistica e devo dire che mi tenne testa benissimo nonostante non fosse un cultore della materia, non in senso scolastico. Capii che la differenza tra me, laureato in architettura, e lui musicista, era l’esperienza esperita. Sono stato diverse volte in Spagna, e posso testimoniare come l’architettura contemporanea, l’urbanistica moderna ed il design sono sempre più presenti nel territorio iberico, Madrid, Bilbao, Barcellona e Valencia lo dimostrano, l’architettura d’avanguardia è presente in tutta la penisola. Nel frattempo in Italia, continuano gli scempi per sfigurare le prestigiose architetture ed opere d’arte del passato, si cerca ancora di vivere di “rendita” senza capire che i fasti di un tempo lontano non possono coprire il gap che si è venuto a creare con gli altri stati membri dell’UE, così si continua a legiferare in maniera spasmodica senza mai passare all’atto pratico.
L’articolo 9 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “…La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della nazione…”, codificando ad altissimo livello la protezione giuridica del Patrimonio Culturale italiano. Cosa si intende per Patrimonio Culturale? Il Patrimonio Culturale è un insieme organico (di opere, monumenti, musei, case, paesaggi, città, costumi e tradizioni) strettamente legato al territorio che lo ha prodotto. Questo patrimonio, nel suo complesso, costituisce un elemento portante della società civile e della identità dell’Italia tutta. Rappresenta la ricchezza di – un paese, una città, una nazione, o qualunque settore giuridicamente circoscritto – o anche di un soggetto a cui il patrimonio fa capo (un ente privato, un ente pubblico, un museo ecc.) sul piano culturale e su quello economico, restando destinato alla fruizione collettiva. In altri termini è un insieme di beni materiali e immateriali, la cui espressione immateriale (musei, opere d’arte, case, paesaggi) serve anche a richiamare la parte immateriale costituita dalla cultura, dalla lingua, dai modi di pensare comuni. E allora perché continuiamo a perdere il nostro patrimonio? Nel Marzo 2014 nell’area archeologica di Pompei (Napoli) sono avvenuti altri due crolli. I cedimenti hanno riguardato il Tempio di Venere e un muro di una tomba della necropoli di Porta Nocera, probabilmente a causa delle forti piogge. Lo ha comunicato la Soprintendenza per i beni archeologici: “la muratura, interessata da alcune lesioni, era già stata puntellata, l’area è stata interdetta al pubblico”. Si è verificato anche un crollo del muretto di una tomba della necropoli di Porta Nocera. Il muretto, alto circa 1,70 metri e della lunghezza di circa 3,50 metri, serviva da contenimento del terreno in cui erano state poste le sepolture ed era costruito contro-terra. Tutti gli accessi alla necropoli sono stati chiusi e gli scavi resteranno interdetti al pubblico fino al completamento delle verifiche del caso e al ripristino del muretto. E questo è solo uno dei tanti esempi e scempi che si continuano a perpetrare nel nostro territorio. L’Italia è un paese colmo di beni artistici e culturali da far invidia al pianeta, ma non riusciamo a tutelarlo come si deve. I beni culturali devono essere riconosciuti, conservati e protetti, ma devono essere anche divulgati, utilizzati e resi fruibili e accessibili. Pertanto, la tutela oltre ad indicare l’interesse culturale del bene, il suo radicamento nel territorio storico, responsabilizza i soggetti proprietari e gestori indicando i valori da tutelare e propone un disciplinare per l’uso del bene personalizzato, mettendo al centro i beni culturali di un territorio, la loro identità, il loro rapporto con la gente, in una prospettiva di sviluppo.
Altro esempio di scempio, nel Dicembre 2014 appena inaugurato, alla vigilia di Natale, crolla prima di Capodanno il viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento, chiuso al traffico da Anas l’ultimo giorno del 2014. La nota tecnica dell’azienda parla di “un anomalo cedimento del piano viabile in corrispondenza del rilevato retrostante della spalla del viadotto”. Metà carreggiata in pratica è letteralmente sprofondata e la restante presenta una profonda spaccatura. Per fortuna nessun veicolo transitava quando è avvenuto il collasso dell’arteria. L’Anas ha dunque deciso di chiudere alla circolazione veicolare la strada statale 121 del tratto tra il chilometro 226 e il chilometro 227 nei pressi di Mezzojuso. Da Nord a Sud il sistema Italia crolla a pezzi, sotto il peso della corruzione, delle tangenti, del malcostume legalizzato, della mala-politica che ormai permea tutto il tessuto sociale italiano. Regioni, Province, Comuni, parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, comunali, presidenti di regione, assessori, ministri, tutti a praticare il “pizzo legalizzato”, a pensare agli interessi personali a scapito di quelli della collettività, della “RES PUBBLICA”, concetto che ormai si è perso nella notte dei tempi, e la cosiddetta “società civile”- il popolo, resta in balia di governanti senza scrupolo e politicanti, che invece di fare il bene comune, stanno costringendo le persone per bene, muniti di buon senso, a fare prove tecniche di rivoluzione, ma più che rivoluzione direi emigrazione, il tutto condito da uno squallore nauseabondo. Sempre più italiani lasciano l’Italia, per andare a vivere altrove, per la prima volta, come si legge sull’ Huffington Post, in Italia sono più quelli che emigrano che quelli che arrivano. Certe notizie mi lasciano davvero a bocca aperta, mi faccio mille domande alle quali non trovo le risposte giuste, e mentre mi perdo tra i mille perchè ???, guardo con interesse quello che succede nel resto d’Europa, lo vedo, lo vivo, lo condivido e apprezzo quello che di buono c’è, come critico quello che di buono non c’è, bisognerebbe imparare a viaggiare, a conoscere, ad apprezzare a condividere. I viaggi servono ad aprire la mente; Proust diceva: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi. Che si viaggi per piacere, per lavoro, per amore o per inseguire un sogno, è sempre qualcosa che introduce nella mente il cambiamento e il movimento”. Auguro all’Italia, al mio bellissimo paese, di ritrovare il proprio cammino fatto di prosperità, ricchezza, gioia e voglia di fare, ripercorrendo i fasti del passato, tra arte, architettura, letteratura, grandi invenzioni, uomini e donne che hanno contribuito a fare di questo paese un esempio da seguire.
Carlo Gibiino