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Australia: una installazione per celebrare lo stato di “Terra Nullius” e celebrare la memoria storica indigena

In Absence è una installazione che invita il pubblico a riflettere sugli errori del passato, commessi dal colonialismo, e che ha portato a dichiarare l’Australia Terra Nullius, cioè un territorio in attesa di proprietà, rivelando e celebrando oltre 3000 anni di design, industria e agricoltura indigena.


Architetti: Edition Office

Luogo: MELBOURNE, AUSTRALIA

Anno: 2019

Nome del progetto: In Absence Pavilion

Fotografie: Ben Hosking


Il vuoto al centro della torre, la falsa assenza di un popolo, conduce il pubblico all’interno verso una doppia coppia di camere la cui forma e scala rimandano alle abitazioni permanenti, in pietra e di paglia. Queste cavità ricordano anche le forme carbonizzate interne, utilizzate dalle comunità indigene per fumare e preservare anguille e pesci catturati nelle sofisticate trappole di pietra che si trovano in molte regioni e corsi d’acqua in Australia.

I materiali utilizzati per costruire l’opera sono assi di legno macchiate di nero e segate che avvolgono l’intera struttura. Questo singolare elemento strutturale ha stabilito la presenza fisica dell’opera e quella degli spazi scolpiti all’interno come luogo di interazione con il pubblico. Dall’interno dell’opera, questa superficie scura e strutturata incornicia il tempo e il cielo mentre la sua penetrante luce solare si sposta verso il basso e attraverso le due camere centrali come in una danza lenta e sincronizzata.

I 1600 pezzi di vetro nero fatto a mano che adornano le pareti interne sono un chiaro omaggio alla coltura di base usata delle comunità indigene in gran parte dell’Australia per migliaia di generazioni, eppure appaiono contemporaneamente come forme antropomorfe che rappresentano il corpo, la cultura e la tradizione indigene, che mascherano lo spirito e la resilienza di 60.000 anni di presenza umana e il suo legame con il Paese.

Ulteriori riferimenti all’olio di pesci o anguille, acqua, linfa medicinale di alberi, pesci e sanguisughe e alla mappatura metaforica di corsi d’acqua e stelle, si collegano tutti ai racconti della struttura e alle dichiarazioni di una storia celata e mal raccontata.

L’introduzione del profumo all’interno dell’opera mira ad accrescere le qualità sensoriali dell’esperienza e consente al pubblico di essere avvolto all’interno degli echi narrativi dell’opera. Un paesaggio formato dalla cosiddetta “erba di canguro”, fiori e basalto che circonda la torre, fa riferimento alle lunghe tradizioni di produzione di utensili, costruzione e produzione agricola.

In Absence cerca di utilizzare le strategie architettoniche contemporanee (sito, programma, struttura, materiale), combinate con il potenziale semiotico di architettura, arte e paesaggio per rivelare storie, e rifiutare la negazione sistematica, la distruzione e la cancellazione della conoscenza aborigena e della memoria storica come parte di una strategia coloniale per legittimare l’espropriazione.

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