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Budapest: la vecchia ferrovia usata per le deportazioni diventa museo

Volevo distruggere la ferrovia da Budapest ad Auschwitz e ne ho costruito un museo. Ho visto nella mia mente una vecchia stazione che si trasforma in una statua che sta in piedi da sola e sprofonda in un “mare di pietre” e diventa un monumento in sé. Ho visto anche due enormi torri di vagoni ferroviari in piedi l’una sull’altra nel “mare di pietre” di fronte alla stazione e collegate con un ponte. Ho anche visto due edifici laterali catturati in una gabbia di ferro – edificio come prigioniero, ha dichiarato il progettista.


Architetti: Attilafk Architects

Luogo: Budapest, Ungheria

Anno: 2015

Fotografie: Tamás Bujnovszky


Il concetto di design era di creare un enorme spazio espositivo sotterraneo sotto l’area di fronte alla stazione perché mi sono reso conto che non c’è possibilità di costruire il nuovo museo all’interno della vecchia stazione perché è troppo piccola. Sebbene i vecchi edifici avessero un seminterrato, le loro aree non erano interconnesse, nel mio concetto, tutto è diventato accessibile.

C’è stato un investimento statale per erigere il nuovo museo per commemorare l’anniversario dell’orrore della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Questa stazione ferroviaria abbandonata per circa 16 anni è stata una delle stazioni in cui sono avvenute le deportazioni nel 1944. Questo non sarà solo un museo ma anche un centro educativo, per educare le giovani generazioni a questa parte della nostra storia.

Sono stati usati fondamentalmente materie prime collegate al trasporto ma in un contesto speciale, ad esempio:

  1. La pietra di basalto che è il fondamento della ferrovia ma in grandi dimensioni circa 5 volte più grande, per creare il gigantesco campo di pietra (6000 mq).
  2. La cravatta (il legno sotto la ferrovia), per costruire una recinzione nella parte anteriore della strada (3 m di altezza 350 m di lunghezza).
  3. Vecchie facciate di vagoni ferroviari per coprire le due torri di installazione dell’olocausto le auto sono in posizione verticale e coprono le torri alte 20 metri.
  4. Fogli di alluminio perforato per coprire il ponte David Star, ed è stato fatto su misura per seguire il progetto in termini di dimensioni e quantità di fori.
  5. Ferro arrugginito, in alcune zone il Corten, che simboleggia la sopravvivenza nonostante la distruzione.
  6. Barre di ferro (normalmente utilizzate all’interno di costruzioni in cemento), per creare gabbie sui due edifici laterali e anche balaustre.
  7. Vecchi binari per costruire scale e muri di supporto nell’asse principale del complesso sul fronte strada.

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