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Donne in architettura: Julia Morgan (1872 – 1957) – di Carlo Gibiino

Le donne hanno sempre dimostrato la loro passione e il loro talento per il design e l’architettura in una professione dominata dagli uomini. È paradossale che persino nel XXI secolo l’architettura possa ancora rappresentare un percorso di carriera impegnativo per le donne, e l’ineguaglianza di genere continua ad essere motivo di preoccupazione. Il ruolo che le donne hanno giocato nell’architettura è stato storicamente trascurato e la rigida struttura della società ha schiacciato i loro contributi tendendo a trascurali. Tuttavia, ci sono donne architette che, sfidando i pregiudizi della professione, hanno avuto un profondo impatto sull’architettura come la conosciamo oggi. In questa nuova rubrica celebriamo donne il cui impatto nel mondo dell’architettura è incommensurabile. Hanno aperto la strada a generazioni di architetti donne e hanno dato un grande contributo all’architettura internazionale. La lista, ovviamente, non è esaustiva e molti nomi importanti possono essere lasciati fuori, e per ciò me ne scuso profondamente.

Questa rubrica vuole solo essere una piccola finestra su una lunga lista di leggendarie donne in architettura.

The Herald Examiner Building in Los Angeles 1914, © Lawrence Anderson/Esto
  1. Julia Morgan (1872 – 1957)

Julia Morgan, è stata una delle più prolifiche e importanti architetti donna negli Stati Uniti. Nata in una famiglia benestante, si laurea in ingegneria presso l’Università della California a Berkeley nel 1894 e poi studia architettura privatamente presso l’architetto locale Bernard Maybeck, che ne incoraggia le aspirazioni. Morgan andò a Parigi nel 1896 e nel 1898 divenne la prima donna ad iscriversi nella sezione di architettura dell’École des Beaux-Arts, in cui si laureò nel 1902. Ritornando in California, divenne la prima donna dello stato a cui viene concessa una licenza di architetto.

Julia Morgan (Wikipedia)

L’architetto ha alle spalle 40 anni di lavori architettonici che hanno portato alla creazione di circa 800 edifici, molti dei quali in California, in particolare a San Francisco. Aprì il suo studio di architettura nel 1904 e la devastazione del terremoto di San Francisco del 1906 le fornì l’opportunità di progettare centinaia di case e molte chiese, edifici per uffici ed edifici scolastici nell’area della Baia. Dopo la prima guerra mondiale iniziò a lavorare seriamente per il magnate editoriale William Randolph Hearst, che nel 1919 le commissionò la costruzione di una casa di campagna che divenne nota come Hearst Castle nel suo ranch di famiglia a San Simeon, in California. Hearst ha commissionato anche a lei diverse altre residenze. Morgan è stata coinvolta nel progetto di costruzione a San Simeon per 28 anni. L’ha trasformata in una delle residenze private più sontuose e ostentate del mondo e una che ha incorporato con successo gran parte della collezione di oggetti d’antiquariato, opere d’arte ed elementi architettonici di Hearst.

Hearst Castle_© Lawrence Anderson/Esto

Julia Morgan era un architetto eclettico ed ha abbracciato in una varietà di stili. Era conosciuta per la sua arte minuziosa e per la progettazione di interni che incorporavano le collezioni di arte e antiquariato dei proprietari. Molti degli edifici di Julia Morgan includevano elementi di arte e artigianato.

Hearst Castle_© Lawrence Anderson/Esto

Nel 2014 è stata onorata, postuma, con il premio “Gold Medal” dall’Istituto Americano degli Architetti, soltanto sette architetti Californiani sono stati premiati con la medaglia d’oro da quando il premio è stato istituito nel 1907.

Durante i suoi anni più prolifici, il suo ufficio ha progettato circa una quarantina di progetti contemporaneamente. Lavorava spesso per 18 ore al giorno e non si è mai sposata.

Asilomar Conference, © Lawrence Anderson/Esto

Morgan odiava farsi pubblicità e cercava accuratamente di evitare la stampa. Come ha detto Sara Holmes Boutelle, la sua biografa, “si è rifiutata fermamente di partecipare a concorsi, scrivere articoli, inviare fotografie a riviste di architettura, o servire in comitati, respingendo attività come idonee solo per” architetti parlanti”. Ha adottato la stessa filosofia per quanto riguarda la creazione di un archivio dei suoi progetti. Quando si è ritirata, ha distrutto tutto il materiale riguardante i suoi lavori. Immaginava che le uniche persone che potevano avere qualche utilità per loro erano i suoi clienti. E loro possedevano già le copie.

Asilomar Conference, © Lawrence Anderson/Esto

Morgan non ha mai legato la sua architettura – o la sua carriera – a nessuna teoria o scuola. In questo, assomigliava ad un altro californiano trascurato, Irving Gill, che nel 1915 stava producendo case che erano altrettanto radicali e prive di ornamenti. Morgan ha costruito un seguito limitato ai suoi circoli professionali e, in gran parte, alla Bay Area di San Francisco. Ma, come Gill, ha capito la struttura e il comportamento dei materiali abbastanza profondamente da rendere la sua architettura un veicolo per esperimenti di ingegneria, soprattutto nel suo approccio precoce con l’uso del cemento.

Hearst Castle_The Neptune Pool, © Lawrence Anderson/Esto

 

Edificio del1930, © Lawrence Anderson/Esto

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