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Dialetti Architettonici – di Carlo Gibiino

 

Prendendo spunto dal maestro Bruno Zevi, il quale dedicò uno splendido saggio sull’edilizia anonima,”popolare”,estromessa dalla storia dell’arte e dell’architettura, quella delle campagne ma soprattutto delle informi, deleritte periferie urbane; il Rock estremo architettonico e il suo rapporto con la cacofonia ambientale, si pongono interrogativi ai  quali solo di rado si riesce a rispondere in maniera concreta e definitiva. Argomento pressocchè inedito sotto il profilo critico, abbondano libri e saggi dedicati all’architetura “minore” e specilamente alla casa rurale, ma ben pochi affrontano il tema alla scala dei tessuti urbani, dell’immensa produzione edilizia che contorna il nostro territorio: il pianeta terra. Nel sud del Burkina Faso, nei pressi del confine con il Ghana, è situato il villaggio rurale di Tiébélé, che presenta una disposizione circolare degli edifici ed una estensione di circa 1,2 ettari. Esso rappresenta la dimora del popolo dei Kassena, dedito principalmente all’agricoltura, attraverso la coltivazione di miglio, sorgo, mais, arachidi, sesamo e fagioli.

Al centro di ogni villaggio delle tribù dei Kassena è presente un altare dedicato alle divinità. La struttura sociale delle tribù non prevede la presenza di un capo tribale e le decisioni più importanti vengono affidate ad un consiglio formato da tutti gli anziani del villaggio. Ciò che ha reso noto nel mondo il popolo dei Kassena, fin dal quindicesimo secolo, è la loro abilità architettonica. Le costruzioni sono progettate per difesa dai nemici e le mura spesse servono invece a proteggere gli abitanti dal caldo, infatti le pareti sono massicce spesso non ci sono altre finestre oltre a una piccola apertura per far entrare la luce.  le abitazioni sono costruite in fango e terra, e sono decorate dalle donne del villaggio con immagini di vita quotidiana o con simboli d’ispirazione religiosa.

Le decorazioni in nero sono realizzate con pietre scurite sul fuoco, quelle chiare con il gesso. Le donne abbelliscono le case dopo la stagione delle piogge e per proteggere i disegni dalle intemperie utilizzano una speciale tinta naturale. I Kassena sono prevalentemente una popolazione di agricoltori e allevatori. Nel corso della loro storia si sono sempre dovuti difendere dagli invasori e dai cercatori di schiavi. Le loro case hanno infatti una struttura molto particolare, con muri di difesa e pareti molto spesse per proteggere dall’eccessivo calore.

Inoltre, hanno diverse forme a seconda dello “stato sociale” di chi le abita: sono rotonde e piccole per i giovani scapoli, rettangolari per le giovani coppie, a forma di 8 per le signore anziane con bimbi piccoli. La decorazione delle pareti viene eseguita utilizzando fango e gesso. Si ottengono in questo modo dei meravigliosi murales realizzati completamente a mano e ricchi di motivi simbolici. Le illustrazioni richiamano oggetti della vita quotidiana, oppure fanno riferimento a simboli religiosi e rappresentazioni legate alla fede. Le pareti decorate vengono protette mediante l’utilizzo di una tintura naturale ottenuta dalla bollitura dei baccelli provenienti dai frutti dell’albero del carrubo.

 

 

 

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